Demetra e Kore ad Enna: le quattro stagioni

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Enna PanoramaEnna tutta lassù, città ben lontana dalle consuete rappresentazioni della Sicilia da cartolina fatte di mare e sole.

La Sicilia è terra del grano, che Demetra donò agli uomini. La Dea proprio ad Enna visse il suo dramma, il rapimento della figlia Kore. Mito antico, tramandato con particolari differenti, pieno di simboli e quindi letture e interpretazioni. La greca Demetra fu assimilata alla romana Cerere, mentre Kore fu Persefone o Proserpina, poco importa. Nella sintesi semplificata il mito di Demetra e Kore ci dà ragione del susseguirsi delle stagioni.

Ad Enna sono venuta solo per inseguire il mito o altro? Da dove iniziare? Dal centro, inteso come centro della Sicilia ossia la Torre federiciana.

L’ottagonale edificio fu edificato per segnare il centro geografico dell’isola, o forse ci fu un errore calcolato In effetti, il punto esatto è a poche centinaia e metri, ma più in basso.

La Torre svetta in alto e sembra pronta a raccogliere tutti i venti. Data la sua forma si è ipotizzato che sia stata concepita come una monumentale rosa dei venti. Mentre dal tetto mi godo il paesaggio a 360 gradi, è proprio il caso di dire, mi immagino di camminare sulla pancia del titano Tifeo.

Il gigantesco titano che Zeus racchiuse sotto la Trinacria, i cui vertici corrispondono alle mani e piedi del prigioniero. Immagine surreale ma mi fa sorridere all’interno del severo edificio medievale.

Il mio tour ennese si chiuderà al Castello di Lombardia, che partendo dalla torre significa attraversare il centro storico di Enna.

Chiesa Sacrario di Santa Chiara

La Chiesa di Santa Chiara accoglie caduti della prima e seconda guerra mondiale, dei quali sessantotto a tutt’oggi sono rimasti senza un nome. Mi sento un’infinita tristezza e non riesco a trattenere le lacrime. Mentre la guida continua a illustrarmi dati artistici e storici, mi vengono in mente i racconti di chi visse quelle guerre e di chi le sta vivendo ora.

Ho bisogno di Vita. Lentamente scendo la scalinata di Santa Chiara e riprendo verso il Duomo.

Il Duomo

Se dall’esterno è imponente, all’interno il Duomo dedicato a Maria Santissima della Visitazione fa girare la testa. Mi metto seduta, mi guardo attorno e aspetto.

La Chiesa, edificata a partire dal 1307, fu voluta da Eleonora D’Angiò per ringraziare la Madonna della nascita del figlio Pietro. Probabilmente insiste su una precedente Chiesa che a sua volta aveva sostituito un antico tempio dedicato a Proserpina.

Al primo impatto prevale la sensazione di essere catturata, prevale il colore oscuro, il soffitto e il colonnato assorbono la luce che subito dopo ritorna a dare forma.

Il soffitto a cassettoni con la sua massa e la raffinata manifattura mi tiene con il naso all’insù. Appena abbasso lo sguardo una sfilata di mostruose smorfie degna di un brutto incubo, un sublime racconto gotico e satirico mi cattura. Le colonne in porfido nero, dai capitelli e dai basamenti emergono inquietanti figure, opera del Gaggini. Un caleidoscopio di capolavori mi vengono incontro.

Poi ci sono le opere di Borremans, pittore fiammingo che visse tra il XVII e XVIII secolo, Paladino con le sue figure tra il manierismo e il Caravaggio, il pulpito e la cantoria.

Se nell’indagare il Duomo, vi imbatterete in lunghe e robuste scale di legno non vi lanciate in fantasiose ipotesi. Sono i sostegni per condurre la vara della Madonna in processione.

Castello di Lombardia

Castello di Lombardia, eccomi, qui si trova la Rocca di Cerere. Cicerone ci descrisse un tempio sontuoso e vasto dedicato a Cerere e costruito dove la dea dimorò con un re sicano, suo sposo. In quello spazio che domina Enna e buona parte del circondario sorge il Castello di Lombardia. Il nome, secondo l’ipotesi più accreditata, deriva dalla guarnigione di soldati Lombardi posti a difesa durante il periodo normanno.

Sia la morfologia e sia la fortificazione resero il Castello un punto difensivo molto importante.

Federico II lo aveva eletto come sua dimora estiva. Considerato che siamo a quasi mille metri sul livello del mare, la vista panoramica e l’alto grado di sicurezza come non condividere la sua scelta?

Oggi della complessità degli edifici è rimasto ben poco, solo sei torri delle venti torri medievali sono ancora visibili. Sarà la posizione dominante, i racconti legati al Castello sarà la suggestione ma è forte il sentimento di possanza, brividi dispersi dal vento.

Nel giro esterno delle alte mura mi imbattuto nella statua di Euno. Colui che guidò la rivolta degli schiavi, causa della prima guerra servile (136 – 132 a.C.). Creò un bel po’ di problemini alla Roma.

Pergusa e il mito che fu

L’intreccio tra mito e storia mi porta alla prossima meta: Pergusa.

Lo so che il lago di Pergusa è sede di un autodromo, ma ci rimango male. Il luogo dove avvenne il fattaccio, il rapimento di Kore da parte di oggi, dal 1957 è sede di un anello di asfalto.

Il mito della velocità delle macchine ha soppiantato quello della Madre Terra. I tempi cambiano la Modernità avanza. Il lago, che è un ambiente naturalistico interessante, ma è raggiungibile solo quando la pista non è in funzione.

Se Enna è la Sicilia che non ti aspetti, pur essendone, il cuore esatto, a Pergusa mi sembra di essere catapultata lontano.

Saranno quelle costruzioni da stazione climatica del secolo scorso, i colori, l’odore.

La giovane Kore aveva scelto un luogo lussureggiante per raccogliere i fiori, poi la Vita anche agli Dei può giocare scherzi improvvisi.

Le zone intorno mostrano bene il cambio delle stagioni. Le colline di verde brillante sul finire dell’inverno cambiano in oro.

Dopo la mietitura la Terra sembra riposarsi, ma solo per un po’ perché di nuovo sarà lavorata per raccogliere i semi del grano.

Informazioni Turistiche

 

 

 

 

 

 

Maria Luisa Bruschetini
Maria Luisa Bruschetini
Mi chiamo Maria Luisa Bruschetini Sono una travel blogger scrivo di turismo e viaggio. La passione per le parole ha radici lontane e variegate. Da adolescente mi sono occupata di cronaca calcistica locale. Poi recensioni musicali, ancora testi per blog dalle erbe aromatiche, alla ferramenta, passando per il caffè, ricette di cucina regionale e anche un manuale di bioedilizia. Dalla mia formazione classica ho preso la mappa dell’Umanità, dai miei studi economici la consapevolezza che in fondo il Mondo gira sulle consuete direttrici, dalla mia terra natia, la Toscana, la forza del simbolo e l’armonia rinascimentale, dal web la fluidità.

4 Comments

  1. Isabella Fini ha detto:

    La scrittrice riesce sempre a far vivere le emozioni attraverso le parole!

  2. Bonini Franca ha detto:


    Leggo sempre con molto piacere gli articoli di Maria Luisa, il suo scrivere mi coinvolge così tanto che rimango affascinata. La sua conoscenza e descrizione è così completa che mette in evidenza la cultura di Maria Luisa.

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