Museo della Moda: l’eleganza è storia
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Maggio 8, 2024Come ci sintetizza la mappa, 52 km, lungo i quali si può:
Andare per borghi medi, piccolo e piccini
Deliziarsi gli occhi con le perle dei musei, passare dalla civiltà villanoviana all’archeologia industriale .
Scoprire i segreti del nostro pianeta,toccare con mano la Madre Terra e la fatica dell’Uomo.
Poi se la stagione lo permette, fare un tuffo al mare.
Ma non in questi giorni bagnati.
Prima che la Maremma fosse maremma, l’etrusca Vetulonia era una città affacciata sul mare, alle sue spalle un territorio ricco di risorse. Nel suo porto le navi salpavano cariche di ferro e tornavano piene di oggetti preziosi per le facoltose famiglie del luogo.
Poi il disfacimento dell’impero romano e l’annessa decadenza determinò l’insabbiamento del porto-lago Prile e di Vetulonia se n’è perse anche la memoria orale, pur essendo stata una delle città della dodecapoli etrusca.
Vetulonia
Fino a quando un medico condotto, quasi per caso, nel 1880 individuó l’antica Vatl, con grande disappunto degli archeologici professionisti.
Tutta la vicenda ci scorre davanti agli occhi nel museo Isidoro Falchi di Vetulonia attraverso una collezione raffinata, se pur limitata, rispetto alla vastità dei ritrovamenti.
Il MuVet (Museo di Vetulonia) è un lieto esempio di museo per tutti, accessibile per disabili e ipovedenti.
La fruizione è chiara e imbriglia anche chi sia curioso o faccia la cortesia di accompagnare qualcuno appassionato, di quelli che non la finisco più di guardare e riguardare.
L’evoluzione del territorio è spiegata con semplicità, così come la vicenda di Isidoro Falchi, il medico condotto e archeologo per passione.
Gli oggetti, provenienti dalle necropoli e scavi del territorio limitrofo, vanno dalla civiltà villanoviana (IX sec a.C) al periodo ellenistico (IV sec. a. C).
Il pezzo di maggior pregio è la stele funeraria del guerriero Auvele Feluske, dove una breve incisione ci dà traccia di tre generazioni.
Mi tuffo nel laboratorio didattico per ipovedenti e ciechi.
Usiamo le mani continuamente, ma non le sappiamo utilizzare. Appena le operatrici del MuVet, i due angeli, Francesca e Costanza, di questa esperienza, mi pongono tra le mani un oggetto riesco a leggerlo grossolanamente, poi pian piano apprezzo i dettagli, le mie dita dialogano con il materiale, le forme.
Sono emozionata nel poter accarezzare ogni millimetro di manufatti originali.
Un sogno che si avvera.
Ecco, i profumi del Mediterraneo, rosmarino e mirto e per concludere la musica.
Non abbiamo partiture musicali, ma basandoci sull’iconografia e una preziosa scoperta che ha permesso di riprodurre alcuni strumenti etruschi, si può presumere che forse questa potesse essere la loro colonna sonora.
Sono entrata in contatto con gli oggetti, mi sono avventura in me stessa. Dopo questo laboratorio le mie dita sono antenne, sono attive, calde di senso. Io che me le sento sempre fredde anche in estate.
Da Vetulonia andiamo verso Massa Marittima, prevista sosta caffè a Caldana.
Vale più di un coffe break, la posizione, la chiesa di San Biagio, i vicoli, le mura. La mia amica Paola mi racconta della vivace festa dell’uva che coinvolge tutto il centro storico. Già mi prenoto per l’edizione 2024.
Massa Marittima
Massa Marittima è famosa in primo luogo per suo Duomo e qualcosa di meno sacro l’affresco dell’ Abbondanza.
Presso il Museo di Santo Pietro all’Orto fino al 14 Luglio 2024 è possibile visitare la mostra dedicata “Il Sassetta e il suo tempo – Uno sguardo all’arte Senese del primo quattrocento”.
Il Museo ospita stabilmente l’Angelo Annunciante di Stefano di Giovanni (Sassetta) che per l’occasione è stata coronata da altre opere del pittore che ne sottolineano lo stile elegante e delicato.
Lo sguardo si allarga sul contesto pittorico senese tra il Gotico e il Rinascimento con la presenza di altri artisti.
Nero, oro e bianco sono i colori che mi rimangono addosso del Museo San Pietro dell’orto.
Nero: i pannelli di pietra scura e metallica collocati nella prima sala.
Sono frammenti dei quali sappiamo solo che possiamo osservare. Sarà per il loro colore notturno, per lo stile quasi rude di fatto essenziali e diretto, mi inchiodato sul limite, come su una soglia che divide al di qua la luce al di là il mistero.
Bianco impuro : statue gotiche pisane e senesi ( XII – XIV sec) di apostoli ad opera di Gano di Fazio e Camaino di Crescentino. Un dialogo di sguardi e gesti dove puoi entrare in punta di piedi e rimani aspettando che ti sia concessa la parola.
Oro: Maestà (1340 ca.) di Ambrogio Lorenzetti lo spazio saturno di volti e oro, la Madonna con il Bambino su un trono immateriale di luce e ali.
Tanto fuori piove e mi lascio imprigionare dalla Bellezza così a lungo che quando arrivo al Duomo lo trovo chiuso.
Passeggiata serale per continuare a godere del centro storico di Massa Marittima e lasciare decantare le emozioni della giornata.
Domani altre mete:
Le prossime tappe il Magma di Follonica e il GeoMet a Gavorrano.
Fino al 5 maggio 2024 al MuVet è possibile visitare la mostra: Quadri Etruschi Raccontano. Il Mito e il Rito da Caere a Vetulonia
Leggi il mio articolo sulla mostra
https://www.viaggivoltiparole.it/2024/03/28/lastre-dipinte-quadri-etruschi/
1 Comment
Come sempre gli articoli scritti da Maria Luisa mi incantano, non smetterei mai di leggere. Questo articolo descrive dei paesaggi, arte e architetture della Toscana, che io non conoscevo, pur essendo toscana dalla nascita.vMi ha così portato al desiderio di visitare questi luoghi, musei chiese, che devo andare. Lei descrive le emozioni che prova e che fa provare anche a chi legge. Che devo dire? Brava!